Chi non conosce nel dettaglio il mondo del vino, può trovarsi spaesato e incapace di distinguere tra due varianti diverse, come Falerio e Pecorino, che hanno una cosa in comune.
Chi non conosce nel dettaglio il mondo del vino può trovarsi facilmente spaesato, soprattutto quando si tratta di distinguere tra due varianti solo apparentemente simili: Falerio e Falerio Pecorino. Questa confusione è piuttosto frequente e nasce da una conoscenza superficiale del panorama vitivinicolo italiano, un settore ricco di denominazioni, varianti, storie e peculiarità organolettiche.

All’interno della straordinaria varietà del mondo del vino italiano, il Sud delle Marche ospita due eccellenze spesso confuse, ma in realtà profondamente diverse: il Falerio e il Falerio Pecorino. Sebbene provengano da aree simili, questi vini raccontano due storie enologiche separate e meritano un’attenta distinzione.
Falerio e Pecorino: due identità distinte, ma un cuore comune
Il Falerio è un vino bianco delicato, con una nota aromatica riconoscibile, originario del territorio marchigiano. Il Falerio Pecorino, invece, pur includendo il nome “Falerio”, ha radici abruzzesi ed è noto per un profilo più acidulo e una maggiore struttura.

È importante non confondere il Falerio con il Falerio Pecorino o con l’Offida Pecorino DOCG. Il Falerio Pecorino e l’Offida Pecorino DOCG sono entrambi nati nel 2011. Prima di allora esisteva solo il Pecorino DOC, originario del Piceno, mentre nelle zone di Fermo era presente il solo Falerio dei Colli Ascolani DOC. Tuttavia, quest’ultimo non ha mai riscosso un successo commerciale paragonabile.
Un confronto necessario per capirne un po’ di più
Con l’introduzione del Falerio Pecorino DOC, si è dato avvio a una nuova produzione nei territori situati a oltre 700 metri di altitudine, conferendo al vino caratteristiche del tutto peculiari. Il Falerio, rimasto nella sua forma classica, è prodotto come blended, ovvero una miscela di uve diverse: Trebbiano Toscano, Passerina, Pecorino e altri vitigni a bacca bianca non aromatici tipici delle Marche. Le percentuali possono variare all’interno di limiti ben definiti, lasciando libertà ai produttori di caratterizzare il vino secondo le proprie scelte stilistiche.

Il Falerio Pecorino si distingue per una presenza prevalente, fino all’85%, di uve Pecorino, mentre la restante parte è composta da vitigni bianchi non aromatici, gli stessi usati nel Falerio. Alcune cantine marchigiane scelgono anche di produrre versioni in purezza, dando vita a un vino dal profilo ancora più definito.
Abbinamenti e consumo consapevole
Dal punto di vista sensoriale, il Falerio Pecorino risulta generalmente più acido, con un grado alcolico superiore rispetto al Falerio. Quest’ultimo, invece, può variare in modo più marcato da produttore a produttore, proprio a causa della composizione variabile del blend, pur mantenendo una coerenza con lo stile tradizionale.
Entrambi i vini si prestano molto bene ad accompagnare piatti a base di pesce, salumi non eccessivamente grassi e formaggi giovani. Anche se non si tratta di prodotti identici, sia il Falerio che il Falerio Pecorino rappresentano un valore aggiunto per chi desidera arricchire un pasto con un vino di qualità, capace di esprimere l’autenticità e la ricchezza del territorio marchigiano.